Progetto “Indagine sull’innovazione sconosciuta nelle piccole e medie imprese”
Partecipazione a un’indagine sui processi di innovazione delle PMI della provincia di Milano: l’indagine ha evidenziato la forte capacità di innovazione “adattativa”, ma non distintiva, delle imprese, e la necessità di superare le tradizionali politiche focalizzate sugli aspetti tecnologici di prodotti e processi, a favore di politiche attente all’innovazione immateriale e all’internazionalizzazione, vera base dello sviluppo innovativo
Il problema
Una grande Associazione Territoriale di imprese, con il supporto della Camera di Commercio locale, ha promosso uno studio sull’innovazione nelle PMI milanesi, per comprenderne le caratteristiche, valutare le politiche di supporto e disporre di una base di conoscenza per “spiegare” il valore del territorio milanese agli attori esterni (investitori, clienti, partner).
L’intervento
L’intervento si è basato sulle seguenti attività:
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Definizione di un modello delle diverse forme di innovazione, basato sulla migliore letteratura internazionale e sulle indagini europee sull’innovazione
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Studio approfondito dei processi di innovazione in 22 imprese della provincia di Milano, sulla base di un questionario in parte strutturato e in parte a domande aperte, somministrato ai titolari e ai dirigenti delle imprese esaminate, integrato dalla raccolta di informazioni da fonti pubbliche (siti internet). Lo studio dei casi, oltre ai dati fondamentali dell’impresa, alla dinamica dell’innovazione nel comparto e nell’impresa, ha approfondito l”innovazione di riferimento” dell’impresa, valutandone il livello di distintività, il processo seguito, i driver, le fonti dell’innovazione, il finanziamento, il ruolo nella strategia dell’impresa, l’impatto economico (soprattutto fatturato e redditività), la proteggibilità nel tempo (rispetto agli imitatori), la notorietà nel settore e in generale. Inoltre si è esaminato il ruolo del sistema economico locale nello sviluppo dell’innovazione esaminata.
Il team era composto da un direttore scientifico, due senior consultant, una analyst. Personalmente, come senior consultant ho sviluppato il modello delle forme di innovazione, definito la metodologia di indagine e i questionari, coordinato le interviste, scritto il rapporto finale.
I risultati
Il rapporto finale ha mostrato la buona capacità delle imprese del territorio di produrre innovazione “adattiva”, differenziante ma non distintiva, una innovazione però poco conosciuta e compresa dagli attori esterni all’area, e spesso anche a quelli locali. Le innovazioni delle PMI però non sono visibili: il grande pubblico, i mercati finanziari, gli attori che determinano le politiche economiche e industriali (associazioni industriali, sindacati, ministeri, enti sociali..) non le conoscono. Di conseguenza il dibattito sulle politiche economiche e industriali, rimane ancorato a ipotesi astratte e non considera i modelli di innovazione reali delle imprese. Inoltre le capacità innovative del nostro sistema produttivo vengono sottostimate, e influenzano negativamente l’immagine di tutte le imprese ( effetto “brand Italia”).
Lo studio ha evidenziato la necessità di integrare le politiche storiche per l’innovazione, centrate sulla R&S e sull’adozione di nuovi macchinari, con un approccio più attento agli elementi immateriali dell’innovazione (brand, conoscenze, software, formazione del personale..) con una visione ampia e integrata dell’innovazione in tutti i suoi aspetti (finanza, marketing, canali, servizi, ecc…), e con una forte focalizzazione sull’internazionalizzazione in tutti gli aspetti (finanza, fornitori, partner, clienti, ecc…).
Lo studio ha creato una base di conoscenza utile anche per definire le politiche di marketing territoriale, evidenziando attività di innovazione ancora “sconosciute”.